“Qual è l’accessorio sessuale delle giuste dimensioni?. Tu quali preferisci?”: queste sono state le parole, pronunciate in maniera insistente, dal titolare di un’azienda di Roma in via Cristoforo Colombo che vende sex toys online, nei confronti di una stagista.

I fatti risalgono al marzo 2021, quando l’uomo – incaricato come tutor per la tirocinante – “fin dal primo colloquio ha assunto un atteggiamento equivoco nei miei confronti, scrutandomi a lungo con sguardo lascivo”.

“Sul momento non ho dato troppo peso a tale circostanza – scrive la ragazza nella denuncia – perché ho ritenuto che si trattasse di un singolo episodio”. Ma non era così. “Successivamente, non ha perso occasione per rivolgermi commenti in ordine alle mie esperienze intime. In particolare mi ha chiesto spesso quali fossero a mio avviso le dimensioni ideali, mostrandomi come termine di paragone modelli di vibratori e oggetti sessuali commerciati dalla società. Tengo a precisare che queste domande non avevano nulla a che vedere con le mie mansioni”.

Il compito della ragazza sarebbe stato quello di archiviare dati, fotocopiare documenti e accogliere i clienti, accompagnandoli nell’ufficio del direttore. Al termine dello stage sperava di essere assunta. “I continui riferimenti sessuali – prosegue la ragazza – hanno creato un clima oppressivo che ha generato un profondo senso di disagio”.

E poi, l’episodio più grave: “Il 22 aprile 2021 alle 18.15 mi ha convocato nel suo ufficio asserendo di voler fare il punto su alcune questioni lavorative. È importante precisare che lui era perfettamente consapevole del fatto che in quel momento nella sede della società non c’era nessuno. Egli dunque mi ha fatto sedere accanto a sé e dopo pochi secondi ha iniziato a toccarsi mentre continuava a guardarmi. Questo comportamento è proseguito per almeno 15 minuti. Verso le 18:40 ha smesso. Io sono scappata via e da quel giorno ho interrotto il tirocinio”. Ora, per il soggetto si profila un lungo e complicato processo per il suo comportamento sconsiderato. 

L’uomo dovrà probabilmente affrontare un lungo processo: la pm Eleonora Fini gli ha già notificato l’avviso di garanzia, il 415 bis.

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